giovedì 27 ottobre 2011

Ieri i boiardi di Stato, oggi i ministri per caso

Dal Futurista del 07/08/11

Nonostante una storia e una cultura da fare invidia a tutto il mondo, l’Italia sta vivendo il suo peggior momento dal dopoguerra a oggi. Ma non per la crisi economica, per la disoccupazione, per il welfare insufficiente. Bensì per la pochezza di alcuni suoi ministri, che semplicemente la infangano appena aprono la bocca. Questa non è la solita stupidata pronunciata da Umberto Bossi in uno di quei ridicoli ritrovi estivi, tra lambrusco e polenta, ma è un insulto bello e buono. Di quelli che dovrebbero far vergognare chi lo pronuncia, di quelli che i nostri genitori avrebbero bollato come porcherie degne di un paio di ceffoni. Sull’euro ha detto che è un errore storico, troppo forte per un paese debole. Sul sud: «Non faceva un c..., come la Grecia. La Padania ce la farebbe, da sola». Questo signore, il cui figlio a stento ha preso un pezzo di carta, e che si è ritrovato consigliere regionale alla faccia della vulgata sui raccomandati del sud, ha bisogno di una lezione: di stile, di gergo, di vita. Perché non conosce la storia, la nazione in cui vive, la cultura di quell’area geopolitica che ha dato i natali alla civiltà mediterranea, sulla quale oggi lui siede. Ma che ne sa il povero Bossi della Grecia, dell'agorà della filosofia, di Alessandro Magno, delle Termopili, di Salamina? O di Papanicolaou che ha inventato il pap test, o di Vulgaris che fondò la nota catena Bulgari, o di quel greco che disegnò la Mini Minor? O della potenza strabordante dell'imprenditore (vero) Aristotele Onassis, (chissà come avrebbe risposto al ministro in canottiera, forse rovesciandogli addosso un quintale di banconote in segno di disprezzo). O della green economy che si sperimenta oggi a Creta o degli sforzi che il paese di Omero sta facendo?

Qui c'è un ministro che ignora: soprattutto l'Italia da cui riscuote un lauto stipendio. Perché non lo restituisce quell’assegno, allora? Assieme agli euri che definisce deboli con cui paga il suo staff, i suoi collaboratori, ovvero quelli che magari dovrebbero scrivergli un paio di battute prima di consegnargli un microfono?
Triste il destino della nostra amata Italia. Ieri le meraviglie di Mattia Preti, Carlo Sellitto, Corrado Giaquinto. E ancora Croce, Guttuso, Salvemini, De Filippo, Rosi, Campanella, Sciascia, Bene, Dulbecco, (caro Bossi, nel caso non conosca questi nomi di meridionali famosi, si munisca di enciclopedia). Poi arrivarono i boiardi di Stato, che propiziarono il buco che, oggi, scopriamo voragine. E infine i ministri per caso: i peggiori della storia.

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