Riuscire a fare peggio dei boiardi di stato, della classe dirigente che ha ridotto così il paese, di chi ha continuato con prassi deleterie e fallimentari, sarebbe stato francamente difficile. Eppure la Lega ci sta riuscendo. Perché con il salvataggio del ministro Saverio Romano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, il carroccio ha scelto chiaramente dove e con chi stare: dalla parte della carriera, tradendo la base. È ufficiale: oggi la Lega è morta. Non vi è più un centimetro quadrato del programma iniziale. Solo chiacchiere le promesse sul federalismo, sulla riduzione delle tasse, sull’affiancamento alle esigenze del popolo delle partite iva. Umberto Bossi e i suoi scagnozzi hanno giocato con un pezzo del paese: illudendolo, carpendone rabbia e risentimenti, trasformando quelle pulsioni in odio e voglia di secessione. E solo per fini carrieristici. Chi non ricorda le esternazioni del senatùr contro Silvio Berlusconi, la vecchia politica e la mafia? «Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori – disse nel 1994 - . È un kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi è il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. È molto peggio di Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide, di mafioso. Il piduista è una volpe infida pronta a fare razzia nel mio pollaio». E aggiunse: «Berlusconi è l'uomo della mafia. È un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra. C'è qualche differenza fra noi e Berlusconi: lui purtroppo è un mafioso. Il problema è che al Nord la gente è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa ancora. Ma il Nord lo caccerà via, di Berlusconi non ce ne fotte niente. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia?
Ci sono centomila giovani del Nord che sono morti a causa della droga. A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini, fondata da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che poi è riuscito a tenersi tutta la baracca». E oggi, dopo diciassette anni la dirigenza della Lega, salvando Romano, ha scelto la carriera e tradito la base. Oggi la lega è morta: è ufficiale.
Fonte: il futurista 29/09/11
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