giovedì 27 ottobre 2011

Una scelta giusta, prima che utile

Dal Futurista del 10/09/11

I motivi di uno strappo, le ragioni di un no detto un anno fa, come ha ribadito da Mirabello Fabio Granata, sono da ritrovare in una scelta che ha a che fare con il giusto e non con l’utile. È in quell’interstizio, tra ciò che andava fatto e ciò che conveniva fare, che si è infilata quella nuova politica a cui il paese anela. Un passaggio che deve essere chiaro, senza altri tentennamenti o punti interrogativi. Basta con i volgarismi delle retromarce, allora, con gli sguardi persi dietro i ras di ieri che non hanno più nulla da dire, con gli ammiccamenti ebeti, con improbabili orecchie poste ad ascoltare altrettante improbabili voci. Qui è stata compiuta una scelta di coraggio, senza paure, senza calcoli, ma solo guardando al mare aperto. Fli è nata realmente su un gruppo di contenuti alti, declinati nel cosiddetto finismo. Laicità, patriottismo costituzionale, diritto alla cittadinanza, società della conoscenza, legalità reale e non di facciata. E per modellare un paese nuovo, lontano dai vicoli ciechi della seconda repubblica e da quella melma gelatinosa di una politica vischiosa e impresentabile. Una virata di coraggio? Certamente, di estremo coraggio, perché altrimenti a nulla varrebbe condurre a testa alta certe battaglie, non per un puntiglio personale ma per corroborare una precisa rotta da seguire. Che non a tutti conviene, questo è ovvio e lo si vede, perché più faticosa, difficile, impervia, perché comporta rinunce e sacrifici: non a caso è stata chiamata traversata nel deserto. Dove l’oasi più vicina è a migliaia di chilometri, senza provviste o agi di vario genere. Ma è la scommessa, forte e limpida che si staglia all’orizzonte. E va affrontata. Chi non se la sente si fermi lì, alla prima oasi. E non riparta.

Nessun commento: