Dal Futurista del 09/06/11
Provane un'altra. Quando una soluzione non aggrada, quando non è quella che risponde alle esigenze o alle aspettative, beh, semplicemente un neurone libero e dotato di un minimo di logica, cerca un'alternativa. Una terza via, originale, diversa, affascinante: che non sia speculare alle precedenti deficitarie. Ma offra le risposte che si cercano, soddisfi bisogni e aspirazioni. Il fatto che Michele Santoro prosegua la sua esperienza professionale molto probabilmente sugli schermi de La7, e con altri big della Rai fortemente in bilico (che potrebbero non trovare spazio né alla tv di stato né su Mediaset), rafforza la strada della terza via, anche in campo televisivo. Ovvero la prospettiva di ricercare altre soluzioni quando due blocchi massificati non danno lo spazio che serve. Come la metafora di due energumeni che si fronteggiano, ma finiscono per pareggiare. Perché di forze pari si tratta. Accade, come rilevato dal sociologo inglese Anthony Giddens, teorico della terza via concretizzata da Tony Blair, che sulla scena politica dove si esaspera la divisione netta fra sinistra e destra, essa sia meno evidente che in passato. Potrebbe essere proprio questa, adesso, la soluzione mentale e attuativa per interpretare il futuro. Il riferimento è a una logica del tutto nuova, che osi, che alzi lo sguardo, con coraggio e determinazione. L'esempio televisivo di Santoro, in questo, dice molto più di commi o contratti. Ma mette l'accento su scelte che vanno fatte quando, come accade ormai da tempo in Italia, la saturazione del vecchio sta spingendosi ben al di là di ragionevoli limiti. E allora la sfida futura, ma sulla quale sarà necessario investire già dall'oggi, non può che ispirarsi alla capacità di criticare il presente, sottolineandone di blu contraddizioni, sperequazioni e incongruenze: e proponendo altro. Questo il nuovo che potrà vivacizzare, non solo la politica, ma soprattutto una società vogliosa di modernità. E di partecipazione.
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