giovedì 27 ottobre 2011

Staiti di Cuddia: «Ma sì, tiriamogli pure le uova marce, è un nostro diritto»

Dal Futurista del 04/04/11

Un libro che va chiuso, quello dell’attuale centrodestra di governo, per riaprirne uno nuovo, nel quale far confluire pagine bianche dove possano trovare spazio regole per “stare assieme”, riflette Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiaie, esponente di primo piano dell’Msi, parlamentare per tre legislature. E magari per invitare i cittadini a protestare non con il lancio delle monetine, bensì con quello delle uova, “possibilmente marce, una manifestazione sacrosanta, che non fa male a nessuno, con radici storiche molto nobili, per esprimere dissenso”.

Che destra è questa che insulta le istituzioni, che sbraita, che mostra poco attaccamento quantomeno ad un comportamento esemplare?
Devo dire che purtroppo c’era già in luce tale scenario. Con due destre, ammesso che si possa parlare di destra, che convivevano. Recentemente, ad esempio, hanno avuto il coraggio, per ricordare Beppe Niccolai, di mettere insieme esponenti di questa destra che rappresentano esattamente il contrario di ciò che Beppe intendeva. A questo punto probabilmente hanno solo il bisogno di recuperare il nostalgismo, per ragioni interne al Pdl. O tentare di impadronirsi di tutto ciò che può ricordare un passato comune, che però è finto vista la cifra di quelle persone.

Destra, ieri, era sinonimo di legalità e ordine: oggi, allora, chi ci governa?
Il riferimento era ad un concetto di perbenismo apparente, un po’ fuori a quel tempo. Oggi però visto che sono gli stessi reggitori della cosa pubblica che vivono nelle leggi e portano disordine, queste parole dovrebbero avere ben altro significato. Legalità, giustizia, capacità di organizzare uno Stato: tutte cose che oggi appaiono difficili, perché hanno distrutto il concetto di Stato che, come diceva Prezzolini, è una necessità che nasce dall’accordo fra briganti: stufi di ammazzarsi l’uno con l’altro chiedono di darsi delle regole. Adesso i briganti vorrebbero potersi ammazzare senza avere più alcuna regola.

Nemmeno in sudamerica si chiudono più talk show o programmi televisivi: siamo all’inizio della fine, ormai prossima?
Questa volta ho l’impressione di sì. Quando finalmente il cialtrone di Arcore toglierà il disturbo e smetterà di fare questo avanspettacolo a cui ci ha abituati, ripetendo lo stesso copione, penso che dovremo dire, “va bene, questo libro è riuscito male. Chiudiamolo e ricominciamo da una pagina bianca e cerchiamo di scriversi insieme cose che possano servire a stare assieme”.

La Lega chiede ogni mese la dimissioni di Fini, una deputata diversamente abile viene insultata, Berlusconi promette casinò a Lampedusa: non si rischia un certo risveglio sociale di protesta?
Lo spero vivamente e mi auguro che nessuno si sia abituato a tutto questo. Un moto istintivo di protesta: penso che il lancio delle uova sia una manifestazione sacrosanta, non fa male a nessuno, ha radici storiche molto nobili ed esprime dissenso. Meriterebbero di essere presi, non a monetine perché di questi tempi ce ne sono poche, ma a uova in testa. Marce possibilmente, in modo che sia loro consentito, visto che hanno tanti benefici che derivano da cariche e posizioni, di avere almeno il disprezzo popolare.

Berlusconi aveva promesso che entro 48 ore avrebbe liberato Lampedusa: ancora la politica degli annunci e delle bugie?
Lui ha fatto i soldi con gli spot e con le televisioni. Raccontando balle, rientra nella categoria di bugiardi più pericolosi. Mentre il bugiardo che te ne racconta una, poi ride perché sa di avertela raccontata, lui no, perché continua a sostenere che sia la verità. Per chi ancora lo ascolta, si tratta della solita scena: lo ha detto almeno cento volte. I giudici di sinistra, i pm, la Corte Costituzionale, una recita che va bene per il suo pubblico di massaie e pensionati che affollano ogni pomeriggio le sue reti.

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