venerdì 4 febbraio 2011

Fini: “Una situazione senza precedenti”



Da Ffwebmagazine del 03/02/11

“Una situazione senza precedenti” l’ha definita il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Perché nonostante il ddl sul fisco municipale abbia registrato un sostanziale pareggio (15 voti a favore, ed altrettanti contrari), un consiglio dei ministri straordinario ha varato comunque il provvedimento. Con Umberto Bossi che alza i toni e ammonisce “per ora niente elezioni”, come se vi fosse una diretta corrispondenza tra le urne ed il federalismo, senza dubbio importante snodo legislativo per il Paese, ma niente affatto panacea per tutte le drammatiche emergenze che attualmente vi sono. Ma è lo “schiaffo” al Parlamento (copyright di Pierluigi Bersani) di questa assurda condotta a tenere banco: perché nonostante lo scatto in avanti dell’esecutivo, che ha avanzato modifiche fino alla fine, il relatore aveva dato un parere che nei fatti era stato respinto.

“Una situazione senza precedenti- la apostrofa Fini- chi conosce le regole della Bicamerale sa che in caso di pareggio il provvedimento si intende respinto”. E’l’impianto del federalismo, secondo la terza carica dello Stato, ad essere stato cassato, dal momento che si è in presenza di un pareggio meramente “numerico”, come lo definisce Italo Bocchino, che nella sostanza si traduce in una “sconfitta politica”.
Ma per avere un quadro d’insieme è utile un passo indietro, nei “meandri” della bicameralina, dove la Lega, forse subdorando il peggio, aveva provato a chiedere procedure per parti separate, con un rifiuto dalle opposizioni, con Barbolini (Pd) e Belisario (Idv) costretti a ritirare la propria relazione, e con la conseguenza di un passo indietro anche da parte della Lega. Ed ecco sul filo di lana la posizione del sen. Baldassarre (Fli) che ammette di non poter considerare positivo il provvedimento. A quel punto ecco il colpo di scena improvviso, frutto di quella condotta privatistica del governo, che ha portato ad una convocazione tanto frettolosa quanto impacciata del consiglio dei ministri, che impone forzatamente il proprio marchio di approvazione.

Dalle opposizioni la definiscono “una lesione senza precedenti delle prerogative delle commissioni parlamentari fissate per legge. Un vero atto di arroganza. Il governo Berlusconi-Bossi, dopo tanta propaganda, finisce per approvare con un colpo di mano il federalismo delle tasse”.
Un atto “volgare e violento”, reagisce l’Udc, che disegna uno scenario di assoluta “illegalità costituzionale, che apre un ulteriore conflitto istituzionale, questa volta tra governo e Parlamento. A questo punto la Commissione bicamerale è inutile e il suo presidente La Loggia dovrebbe dimettersi”. Dal fronte del fu Pdl minimizzano, come ormai è consuetudine, forse per non confrontarsi con la realtà, forse solo per proseguire in un copione ormai stropicciato. Lo stesso La Loggia, che della bicameralina dovrebbe essere il garante, dice che è come se il parere non fosse stato espresso e che si potrà procedere con il testo del decreto modificato che ha avuto il via libera in commissione bilancio al Senato.

Mentre Orlando dell’Idv lo epiteta come “un vero e proprio esproprio eversivo contro il parere del Parlamento”. Da oggi, dice trionfante Bossi, i comuni disporranno delle risorse, “senza andarle a chiedere col cappello in mano. I soldi resteranno sul territorio dove sono stati prodotti”. Anche se il decreto non vedrà ufficialmente la luce prima dell'approvazione del un Capo dello Stato (sempre più in imbarazzo), e con la successiva pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Un ultimo passaggio formale, dell’ennesimo strappo di un esecutivo senza logica e insensibile a leggi e procedure.

Nessun commento: