lunedì 21 febbraio 2011

Un sogno visionario per uscire dalla melassa


Dal Secolo d'Italia del 20/02/11

Una «marmellata appiccicosa», una politica «autoreferenziale che non si guarda intorno e resta isolata». Nei propri convincimenti e nei propri privilegi, con i propri egoismi e basta. Lontano anni luce da un «grande popolo che purtroppo appare rimbambito da martellanti messaggi di falsità, e che non sembra in grado di reagire». Così Valerio Massimo Manfredi, archeologo, scrittore e conduttore televisivo, analizza l'ostinata volontà del Premier di rinchiudersi nel suo palazzo e solo lì.
Secondo gli antichi greci "nessuna disgrazia può accadere ad un Paese più grave, di essere governato da un tiranno vecchio". E, si aggiunga, chiuso forzatamente in un bunker.
Pur non parlando di tirannia, dal momento che le cariche istituzionali hanno avuto regolare attuazione, c'è un uomo anziano che governa da molto tempo con metodi non ortodossi da molti punti di vista. Con maggioranze che si allargano dalla notte al giorno grazie a responsabili pronti a "sacrificarsi" perché la Patria possa continuare a tirare avanti. Assistiamo a una situazione deplorevole, in virtù di un uomo che si comporta in modo inqualificabile, dimenticando che toglie onore ad un'intera Nazione che non merita tale deriva. Si dirà, lo hanno eletto: ma anche Hitler fu eletto. Non voglio fare paragoni, ma l'elezione non comporta automaticamente un simile atteggiamento.
Chi può entrare, dunque, in quel palazzo all'interno del quale si è asserragliato? Per veicolare il malessere del Paese, anche di chi lo ha votato. E che oggi non si sente rappresentato.
Avrebbero potuto farlo i giovani, che però sono demoralizzati dal fatto che con il precariato è stata tolta loro ogni speranza. A loro si è rivolto proponendo un altro modello, fasullo: che, per ottenere risultati, non serve fare notte sui libri o curvare la schiena sul proprio lavoro, perché è sufficiente essere carini con chi di dovere, ed il gioco è fatto. Un mondo dove tutto luccica perché è d'orato, dove la finzione prende il posto della realtà. Avrebbero inoltre potuto farlo coloro che lo circondano, i cosiddetti quadri medi, intermedi e bassi. Dove ognuno in qualche modo si sente giustificato dal fatto di essere un professionista. "Mi viene chiesto questo", si difendono, e non di uccidere qualcuno. Ma solo di elaborare un progetto, ne ho conosciuti tanti. Tutte persone rispettabilissime, ma ognuno di loro non sa, o forse non vuole sapere, che fa parte della macchina. E nessuno pensa minimamente di mettere a rischio i propri benefit, le scuole internazionali per i propri figli, il residence in un quartiere di lusso: ecco il dramma vero.
Quale immagine fuoriesce dunque da quel palazzo, così lontano dalla gente, dai fatti e dalle opinioni?
Purtroppo dobbiamo fare i conti con questa marmellata appiccicosa e con una politica autoreferenziale che non si guarda intorno e resta isolata. Non consente una ribellione vera perché, tutto sommato, è un qualcosa di mellifluo, di nebbioso. Una poltiglia, che certamente non è come i ceppi, nobili catene da spezzare. Questa melassa scivola, unge, e non si spezza. Va detto anche che molti veterani della politica non possiedono più il sogno visionario, quel fuoco della passione che parla alla gente e soprattutto ai più giovani. Che andrebbero formati, magari sottotraccia, ma scommettendo intimamente sulle loro qualità.
A cosa dobbiamo nel dibattito in corso, il proliferare di epiteti come blasfemi o infedeli, rivolti verso chi alza un dito per eccepire, perché non si mostra allineato al libro del pensiero unico? Altro esempio reale di una concezione e un leader asserragliati in quel famoso bunker?
Chi disponeva e dispone di mezzi e di denaro così ingenti per occupare spazi, semplicemente ha avuto buon gioco. Quando è sceso in campo per la prima volta non avevo pregiudiziali. Perché no, pensavo, magari riuscisse a tirare fuori il meglio del Paese con una squadra di professionisti. Poi, giorno dopo giorno, ho assistito alla proliferazione di cloni, non solo donne ma anche uomini disposti a vendersi. E questo grande popolo del passato, che purtroppo appare rimbambito da martellanti messaggi di falsità, e che non sembra al momento in grado di reagire.
E allora come si scardina quel bunker?
Con un granello di pazzia. Magari utile per scrollarsi di dosso questa melassa, con un entusiasmo nuovo che riaccenda i sogni e le passioni di quei giovani, e ne incontro tanti, che attendono solo un cenno per essere ravvivati. C'è di sicuro un italiano, a cui magari Obama avrebbe potuto ispirarsi, che potrebbe incarnare quel sogno. Va ricercato il seme visionario di un'età diversa, sfidando anche l'impopolarità. Qualcuno che parli finalmente a quei giovani e che non sia solo un vecchio vegliardo.

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