martedì 1 febbraio 2011

Le favolette di Veneziani e le previsioni di Fini...

Da Ffwebmagazine del 31/01/11

Ma sì, Veneziani sul Giornale di famiglia del premier ha ragione quando dice di preferire la continuazione della legislatura a elezioni anticipate che si svolgerebbero “in un clima da bunga bunga”. Addirittura suscita tenerezza sincera quando sostiene ingenuamente di voler mettere da parte le ragioni di bottega («lo dico da italiano e non da uomo di parte») per le più nobili della salvaguardia di una situazione allo sfascio, alla quale si dovrebbe offrire una soluzione politica e non «militare con l’eliminazione del nemico e il diritto al saccheggio».

Ma in caso di elezioni anticipate «è probabile che vincerebbe Berlusconi - analizza preventivamente come se colto da improvvisa illuminazione celeste - trionferebbe la Lega e l’equivoco Fini, alla base di tutte le turbolenze, sarebbe spazzato via o almeno ridimensionato». Peccato che di equivoco non si tratti come i fatti hanno più volte certificato, anzi, di analisi a lungo respiro, come lo stesso Veneziani postula qualche riga dopo, con una chiarezza disarmante che sino ad oggi non ha mai avuto. Quando rileva che sforzarsi di proseguire nella legislatura attuale consentirebbe di dare attuazione alle tanto agognate riforme, e, dulcis in fundo, preparare la svolta per il paese in un’ottica di formazione di nuove leadership (due delle richieste che il Presidente della Camera da un biennio avanza). Abbiamo sentito bene? Qualcuno, che dice di essere un intellettuale non di cachemire, che sacrifica la sua fazione per il bene del paese, propone di tenerci un altro po’ Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, o Grazioli, per strutturare il nuovo delfino? O gli eredi dei triumviri in testa al Pdl? O per fare un federalismo considerato panacea di un quindicennio di promesse?

Certo, qualcuno che crede alle favole ancora c’è in questo paese, ha un’età media compresa tra i tre e i sette anni e frequenta nella stragrande maggioranza dei casi le scuole dell’infanzia o le prime classi delle elementari. Ma gli altri? Anche i restanti italiani compresi tra i sette anni e i cento crederanno a queste tesi strampalate? Dove si vuol far passare, ancora una volta colposamente, mistificatoriamente, e qualunquemente, la tesi che il premier ha bisogno di altro tempo per modernizzare l’Italia e creare un successore all’altezza? Chi ci crede alzi la mano, anzi, schiacci il mouse e si faccia sentire su facebook. Si faccia sentire chi pensa realmente che altri ventiquattro mesi di un berlusconismo agonizzante possano fare bene alla Nazione.

Con un premier travolto da ogni scandalo (con accuse di: compravendita di parlamentari, abuso di potere, prostituzione), con ministri, sottosegretari e coordinatori (Lunardi, Scajola, Verdini, Cosentino) indagati a più riprese, per reati fiscali e presunta vicinanza alla camorra. Con gli stessi esponenti del Pdl che si lamentano per la composizione delle nuove leve del partito (il caso Minetti su tutti), con il sogno liberale infranto sul muro del governo del fare che non ha fatto, o sulle note di gingle patetici nemmeno buoni per certe convention aziendali.

Alzi la mano, o schiacci ancora il mouse sui social network, chi ritiene in cuor suo che no, non sia stato ancora toccato il fondo della reputazione internazionale dell’Italia, che il nome di un paese e del suo governo sia ancora spendibile dinanzi ai grandi della terra. O che altri due anni “a due cilindri” risolvano magicamente problemi e questioni che proprio il cofondatore aveva sollevato in tempi non sospetti.
Pia illusione quella della penna pugliese del Giornale di famiglia, questa volta sì stretto a tenaglia tra la conservazione di posizioni dure e cafonal-politiche (come il duo Sallusti-Santanchè certifica) e un senso di rivalsa concorrenziale con i vicini di casa di Libero.

Ma se la nuova strada dell’analisi vaga e sciapa è quella di spiegare Freud con l’almanacco Panini, forse questa volta Veneziani è clamorosamente fuoristrada. È sufficiente leggere la chiusa del suo fondo quando ammonisce: facciamola finita con «Grande Fratello, orgettine e guardoni». Peccato dimentichi di farla finita con chi le orgettine le ha pagate, il GF lo ha mandato in onda, ma soprattutto con chi questo paese lo sta continuando ancora a ridicolizzare.

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