lunedì 15 ottobre 2012

Le ronde xenofobe lo prendono per “negro” Picchiato a sangue cittadino greco

Lo hanno scambiato per un extracomunitario, a causa del colore della sua pelle. Scura, come la pece. E per questo lo hanno picchiato con delle catene, senza che nessun passante intervenisse. Un 21enne cittadino greco, ma di origine egiziana, rischia adesso di perdere un occhio: è accaduto nella notte tra venerdì e sabato nel centro della capitale ellenica. Dove l’emergenza sociale di pensioni e stipendi tagliati dal memorandum della troika si mescola pericolosamente a pulsioni xenofobe e rigurgiti di assurda violenza. Con molti quartieri, non solo di Atene ma delle principali città del Paese, presidiati dalle ronde, verosimilmente appartenenti al partito neonazista di Alba dorata.

Come quella che, composta da quattro uomini con il volto coperto da passamontagna e “accompagnati” da cani e mazze ferrate, sorvegliava odòs Attiki, nel centro di Atene e che si è imbattuta in un greco “anomalo”, senza la pelle bianca. E per cinque minuti lo hanno preso a catenate, sul viso e sul corpo. Lì, in quel fermo immagine si è consumata una tragedia sociale senza precedenti, la stessa che sta ammalando di razzismo un paese e una comunità da sempre ospitale e tollerante. Tanto da far intervenire anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che ha annunciato di aver ufficialmente aperto un fascicolo sul caso. Che non è isolato, tutt’altro. Non solo il partito guidato da Nikolaos Michalioliakos dopo quarant’anni di embargo ha fatto il suo ingresso in Parlamento con il 7% delle preferenze, ma gli ultimi sondaggi lo danno in ascesa sino al 15%, accreditandosi come la terza forza politica nel paese.

Il “no” al razzismo e ad azioni violente è stato pronunciato con forza ieri. Quando artisti e attivisti greci hanno promosso una giornata di eventi presso il centro ateniese “Technopolis” nel quartiere di Gazi. L’evento è stato organizzato dal Movimento “Uniti contro il razzismo e la minaccia fascista”, con la partecipazione dell’Unione dei lavoratori migranti. Mostre d’arte, esposizioni di manufatti e simboli di pace, anche un seminario per ricordare le lotte contro il fascismo e il razzismo, e proprio nel sessantottesimo anniversario della liberazione di Atene dai nazifascisti (era il 12 ottobre del 1944). Uno degli autori della mostra, Thanassis Kampagiannis, ha provato a mettere a confronto la Germania degli anni Trenta con la Grecia di oggi. Misurandone le pulsioni sociali, la fortissima crisi occupazionale, le risposte (mancate e sbagliate) delle istituzioni. Arrivando a teorizzare che esiste una correlazione tra la Repubblica di Weimar e l’ascesa del fascismo in epoca attuale, in quanto “la crisi ha dato e continua a dare la possibilità ai fascismi di elevarsi, tuttavia, oggi abbiamo la grande esperienza del nazismo e dei suoi effetti e per questo non abbasseremo la guardia”.

Ma l’aggressione di venerdì scorso porta con sé i detriti morali di una politica, quella che si dice democratica e solidale, e che ha tradito la sua stessa missione: facendo di fatto fallire il paese e pretendendo che, oggi, il prezzo di prestiti inutili lo paghino solo cittadini e pensionati. Quelle classi dirigenti sono riuscite nell’impervia impresa di trasformare un paradiso terrestre in un luogo dove oggi è tornata la tubercolosi, dove un malato di cancro ha speso 7000 euro per sottoporsi a chemioterapia, dove un cardiopatico che è fatto visitare in uno studio privato ha ripagato il medico con due pagnotte perché non aveva più soldi, dove un greco su 4 vive con meno di 600 euro al mese, dove in alcune scuole di Atene i bambini si accasciano sui banchi per la fame. Mentre deputati e ministri affollano la “lista Lagarde”, tra fondi neri, lingotti d’oro in Svizzera e il germe del razzismo che si espande rapidamente.

Fonte: Gli Altri on line del 15/10/12
Twitter@FDepalo

Nessun commento: