martedì 9 ottobre 2012

Merkel ad Atene, scontri e proteste I manifestanti: “Non vogliamo il Quarto Reich”

ATENE – «Angela Merkel è attualmente ad Atene per sostenere i merkeliani greci, ovvero Samaras, Venizelos e Kouvelis. Ma noi dobbiamo offrire al popolo greco un messaggio: l’Europa vincerà sugli europei e sul barbaro memorandum». Così il leader del Syriza Alexis Tsipras mescolato ai 50mila manifestanti (nel raduno organizzato dai sindacati Gsee e Adedy, e alla presenza di Bernd Riexinge, uno dei leader della Linke tedesca) che hanno urlato tutta la loro protesta in occasione della visita della cancelliera tedesca Angela Merkel ad Atene. Capitale greca superblindata in virtù di uno spiegamento straordinario di forze dell’ordine che hanno creato una vera e propria cintura di difesa attorno al Parlamento, al Megaro Maximos dove si è volto il bilaterale, all’ambasciata tedesca e al Goethe Institut. Bottiglie di plastica sono state lanciate contro il convoglio che ospitava frau Angela.

Ma le strade che circondano piazza Syntagma si sono presto trasformate in terreno di scontro con le forze dell’ordine. Che hanno lanciato granate flash e gas lacrimogeni contro i manifestanti, alcuni dei quali indossavano una divisa nazista. Oltre 90 gli arresti effettuati dalla polizia. Altri testimoni riferiscono di aver visto bruciare delle bandiere della Germania nazista in segno di protesta. Eccezionale il dispiegamento dei tre sindacati del paese. La folla ha esposto cartelli con la svastica e scritte come “No al Quarto Reich” e “Fuori gli imperialisti”, ovvero un palese richiamo al ruolo svolto dalla Germania e dalla cancelliera nell’economia complessiva del memorandum imposto dalla troika, in cambio di aiuti che sembrano non avere fine. Secondo la leader del Kke Aleka Papariga “abbiamo sconfitto chi non esitava a rompere le catene della lotta di classe, ciò per noi è il significato della dimostrazione di piazza di oggi con questa affluenza. Questo deve essere il significato delle lotte attuali e future”. In piazza anche l’eroe della resistenza greca Manolis Glentzos (oggi deputato del Syriza) e il compositore Dionysis Tsakni al fianco dei sindacalisti del Pame, secondo ammette di aver scelto di essere qui «per essere presente, perché ho vissuto intensamente gli anni della giunta dei colonnelli e si stanno risvegliando proprio quei ricordi».

Ma nelle stesse ore in cui si consumava il vertice greco-tedesco ecco la doccia gelata da parte dell’Fmi. All’interno del suo report di monitoraggio fiscale dice che in Grecia ci sarà una recessione «più pesante del previsto e scostamenti nell’attuazione delle misure fiscali complicano il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di riduzione del deficit». Secondo il Fondo Monetario Internazionale quindi Atene mancherà l’obiettivo di riduzione del debito nel periodo previsto dall’accordo di salvataggio. E indica un debito al 152,8% del Pil entro il 2017, a fronte di un obiettivo fissato del 137,3%. Come dire che il taglio da 12 miliardi che la troika chiede a stipendi, pensioni, indennità e sanità non servirà ad evitare il default.

Fonte: Gli Altri on line del 9/10/12
Twitter@FDepalo

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