sabato 13 ottobre 2012

«Vi spiego perché appoggio Renzi. Il riformismo liberale ci salverà»

«Dicono che Renzi non ha programma e invece ce l’ha, basterebbe leggerlo» invita il vicepresidente del Pd Ivan Scalfarotto, secondo cui al paese serve una leadership forte, seria, «ma che sia “di visione” e che immagini un futuro di riforme».
Perché hai deciso di appoggiare Matteo Renzi alle primarie?
Per molti motivi, uno dei quali è che attaccare l’idea del rinnovamento mi sembra un’assurdità. Si tratta di uno spunto che altro non è se non un’esigenza politicamente forte. Il mondo è cambiato e sta cambiando rapidamente, non possiamo non studiare idee alternative e innovative, soprattutto su un tema come il lavoro o il ruolo della donna nella società. Insomma, avere una classe dirigente in linea con il nostro tempo. Inoltre non nascondo che Renzi incarna una piattaforma programmatica basata su un riformismo liberale che una parte della sinistra italiana ha sempre un po’sofferto. E che credo abbia al suo interno soluzioni efficaci. In altre parole: la linea economica di Fassina non mi convince affatto.
Saranno primarie vere, per così dire all’americana?
Penso di sì. Sono vere perché, per la prima volta, noto una vera contendibilità. Soprattutto il candidato Renzi è oggettivamente fuori da quel sistema di gestione del partito che è sempre appartenuto a un gruppo più coeso di quanto poi non fosse. La dimostrazione sta nel fatto che, anche quando abbiamo scelto fra Bersani e Franceschini, quest’ultimo poi dopo pochissimi mesi, è entrato nella cosiddetta maggioranza di Bersani. Coloro che nel 2009 avevano votato per Franceschini hanno ritrovato il proprio candidato “in linea” con il suo competitor. Oggi invece nella scelta fra l’attuale segretario piddì e il sindaco di Firenze, vedo due visioni, interne alla sinistra europea, ma che sono più nettamente alternative.
Come potrà l’anima riformista del Pd evitare lo schiacciamento tra la vecchia nomenklatura che persiste in nomi e volti, e le ventate camussiane?
Semplicemente essendo coerente e coraggiosa. Cito Veltroni come incubatore di contenuti riformisti molto interessanti. Quando era segretario l’ho appoggiato con piacere, nonostante poi sia stato timido nell’esecuzione materiale.
Improvvisa, durante la crisi sistemica, ecco un’altra ondata di scandali e arresti: troppi ricorsi storici in Italia?
In realtà penso che le primarie siano un ottimo antidoto su questo punto, ma a patto che siano fatte per bene, in modo aperto e supportate da un dibattito sulle idee. Ecco la cura migliore per l’antipolitica, dove da un lato vi sono scandali e disonestà, dall’altro un confronto nel merito. Ma vorrei precisare che se quel dibattito si limitasse ad asserire che Renzi è troppo giovane, beh allora perderemmo una grande opportunità per tornare a discutere di politica. Cosa che agli italiani ancora interessa, come conferma lo spazio nell’immaginario collettivo che queste primarie si sono guadagnate. Il mio invito, dunque, è di animare un confronto sulle idee e non sulle persone.
L’economista Michele Boldrin, animatore di Fermare il declino, da queste colonne ha chiesto un azzeramento completo dell’attuale classe dirigente: possibile o solo utopia?
Ciò che in Italia sembra un’utopia o una proposta rivoluzionaria, altrove è norma. Dovremmo smetterla di considerarlo uno scandalo, ma un’esigenza istituzionale del paese. Penso che ci siano numerose personalità, che in questi anni hanno maturato incarichi ed esperienze, che, lungi dal volerli invitare a trascorrere il loro tempo al parco per dare granturco ai piccioni, possono dare un contributo altrettanto valido pur non sedendo più ostinatamente su quelle poltrone. E cito il caso di Stefano Rodotà che, nonostante non sia più parlamentare, stimola quotidianamente il dibattito in svariati temi senza venir meno a una dialettica politica. Anzi, è oggi uno dei personaggi dotati di una visione strategica: a dimostrazione che, seggio o non seggio, chi ha qualcosa da dire la può dire ugualmente.
L’aumento dell’iva peserà in media per 320 euro: accanto al rigore imprescindibile come stimolare adeguatamente la ripresa?
Renzi su questo aspetti ha proposte molto interessanti, come rivedere i parametri delle grandi opere, applicare bonus fiscali per i lavoratori dipendenti con l’obiettivo di migliorare i consumi, applicare un controllo serio sui fondi europei per garantire credito alle pmi. In troppi dicono che Renzi è un “non programma”. E invece il programma c’è.
La sensazione è che il 2013 sarà l’ultima occasione per una vera rivoluzione della politica, pena il default: è così?
Senza dubbio, e lo dimostra il fatto che attraversiamo una crisi anche e soprattutto morale. Serve una leadership: forte, seria, sicura. Ma soprattutto che sia “di visione” e che immagini un futuro di riforme.

Fonte: Italiani quotidiano del 13/10/12
Twitter@FDepalo

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