mercoledì 10 ottobre 2012

Oltre questo ventennio bruciato, la politica riparta dalle riforme

«La politica era stata buttata in una discarica di valori - ragiona con Italiani Quotidiano Ferdinando Adornato, all’indomani della presentazione del suo ultimo lavoro Sos Italia - Poi è arrivato il montismo: ed è stato come una doccia gelata dopo una nottata passata a bere whiskey. Da qui bisogna ripartire».
Perché montismo e rigore crede siano le uniche vie di uscita dal ventennio italico?
Semplicemente perché dopo due decenni non si è risolta la crisi di sistema in cui l’Italia era piombata. Anzi, si è assistito ad una degenerazione della politica ancora più marcata di quella esplosa a metà degli anni Novanta. Ciò determina una situazione assai grave, non credo vi sia un paese occidentale che si sia trovato nel giro di un ventennio dinanzi a due crisi sistemiche. Tanto che di fronte alla questione economia e a quella europea,  la politica ha letteralmente dovuto cedere il passo alla formazione di un esecutivo tecnico.  E dopo che per quattro lustri l’interesse nazionale e la cosa pubblica erano stati abbandonati in luogo di una vera e propria guerra civile ideologica. Quindi oggi non si può assolutamente replicare l’errore commesso in passato: occorre un periodo costituente che il governo Monti può garantire.
In che modo?
Sia accompagnando la fuoriuscita della crisi europea e la conquista di un nuovo prestigio internazionale, sia intendendolo come la continuità di un governo di armistizio. Che consenta ai partiti di rigenerarsi per affrontare quelle riforme condivise imprescindibili. Come nel libro osservo esplicitamente, ciò potrebbe anche non accadere, proprio questo è il motivo per cui mi sono sentito di lanciare un sos alla politica. Perché questo non è chiederle troppo, bensì il minimo indispensabile. Basti pensare che secondo i sondaggi il primo partito italiano raccoglierebbe solo il 27%. Una soglia che in Europa si raggiunge solo dopo una sonora batosta. Ecco, Monti è come un grimaldello utile alla rigenerazione della politica.
In Sos Italia non salva nulla della seconda repubblica: troppo forti i freni al cambiamento?
Restano residui di disturbo bipolare, nel Pdl come nel Pd, che ancora immaginano come tutto possa tornare come prima, quasi che nel frattempo nulla fosse accaduto. Un atteggiamento anacronistico rispetto a ciò che accade tutto intorno.
Come abbracciare, dunque, un riformismo liberale?
Le parole pronunciate dallo stesso Capo dello Stato, ripetute anche da Berlusconi e lette nei manifesti programmatici di Prodi non sono state però trasmesse in fatti. Nonostante si fosse consapevoli di quali misure attuare con urgenza nessuno lo ha poi realizzato. La rivoluzione liberale, nei contenuti in cui è stata descritta, è ancora un’utopia per il paese. Resta da capire come mai sia stata così tanto promessa e ridotta un attimo dopo a carta straccia.
Il cambiamento transita anche da un nuovo lessico per la politica. Quale crede sia stato il punto di forza del montismo in questo senso?
Il più evidente e semplice riguarda l’assenza di annunci eclatanti, la sobrietà e l’onestà nel descrivere la reale situazione in cui versa il paese. Quella serietà nel rapportarsi ai fatti reali, al apri del tentativo di guadagnare terreno nelle ricadute europee del caso Italia. La cui politica era stata buttata in una discarica di rifiuti, priva di valore e di considerazione. Il governo Monti è come una doccia gelata dopo una nottata passata a consumare whiskey. A quello servirebbe la continuità: al recupero di una grande tradizione politica italiana. Non ci dimentichiamo che abbiamo insegnato politica a tanti, ma nell’ultimo ventennio si è dimenticata di essere stata una maestra, anche come fonte di educazione per i più giovani.

Fonte: Italiani quotidiano del 10/10/12
Twitter@FDepalo

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