giovedì 14 ottobre 2010

Il moderno Orient Express sui binari della rete


Da Ffwebmagazine del 15/10/10

Spezie, fragranze lontane, aliti di un mondo agli antipodi dell’altro. E poi pensieri, incontri, colori differenti di pelle, inclinazioni del viso e barbe scure. Quando il 4 ottobre del 1883 la Compagnie Internazionale des Wagons Lits battezzò la prima corsa transfrontaliera dell’Orient Express, in quel preciso istante fece una scommessa: coraggiosa, difficile ma, per questo, ancor più affascinante. Unire fili di due poli, ripercorrere un lembo di storia e di culture che l’Impero Romano aveva fatto incontrare. Oggi, a distanza di centoventisette anni da quella prima corsa, cosa ne è dell’incontro-confronto tra due civiltà? Se non la politica, l’economia, potrebbe essere allora la rete a unire nuovamente due monoliti in cerca di alleanze, interpretando così proprio il ruolo ecumenico che fu dell’Orient Express?

In quel viaggio inaugurale, il prezioso treno sostava a Strasburgo, Monaco, Vienna, Budapest. A Giurgiu, in Romania, i passeggeri erano accompagnati in traghetto lungo il Danubio sino in Bulgaria. Per riprendere il treno verso Varna, da dove terminare l’eccezionale tragitto in quella destinazione finale. Lì, in un incredibile pezzetto di mondo dove Oriente e Occidente si sfiorano, si annusano. E magari si riflettono nelle loro differenze, ma anche nelle peculiarità, nelle possibili affinità, nelle improvvisazioni, nelle forzature. Sino a ricercare i punti in comune.

Ma Orient Express è anche sinonimo di espressioni culturali, non solo un viaggio su rotaia dunque, ma una mescolanza di lettere, racconti, poesie, affreschi che, nell’ultimo secolo, prendendo spunto dalla traversata, hanno spinto nelle arti le coordinate di un viaggio unico. Come Assassinio sull’Orient Express, scritto da Agata Christie in una camera di hotel a Istanbul. O come il romanzo fantasy di Ewn Garabandal Feha Gibuss e il libro della profezia. Passando per uno dei più belli episodi di James Bond, 007 dalla Russia con amore, dove Sean Connery fugge dalla Turchia proprio su quel treno. Senza dimenticare due brani musicali, uno dei Pooh dell’album Un po’del nostro tempo migliore e Il treno blu dei Matia Bazar.

Ma come vivono e si osservano oggi, nel pieno della globalizzazione, Est e Ovest? Dove con un click tutto è più tangibile, dove con gli ebook nessuno potrà lamentarsi di essere tagliato fuori. Dove le essenze del Bosforo potranno giungere sin alle rive dell’Arno. Per fondersi, guardarsi negli occhi, capirsi, parlarsi. Come fatto, due secoli fa, da quattordici viaggiatori italiani, i cui racconti sono stati al centro di una mostra a Roma presso la Società geografica Italiana “Cose turche”. Uomini, storici, artisti: alcuni desiderosi di apprendere caratteristiche del luogo e tratti somatici, altri poco avvezzi allo scambio. Gli scritti espongono i pregiudizi dell’epoca, i passi in avanti, ma anche le delusioni, le vittorie sociali, gli insegnamenti di aggregazione socio-economica. Il più noto dei quali è quello di Edmondo De Amicis, datato 1877 e vergato in quel di Costantinopoli.

È bello che in un momento socio-culturale dove la tecnologia rappresenta la vera rivoluzione umanistica, con la rete, una mostra con libri datati e racconti del tempo che fu, fa rituffare occhi e menti indietro di centinaia di anni. Ecco la sintesi degli strumenti, punto di rottura tra un passato a volte lento nelle sue manifestazioni conoscitive, figlio della pochezza oggettiva rispetto a oggi di mezzi. E un presente a volte troppo rapido nel guardare distrattamente e catalogare informazioni e storie. Quelle storie che, invece, sono proprio il punto di partenza per capire, per conoscere e finalmente, anche grazie alla tecnologia, per incontrare l’altro.

Un nuovo Orient Express, allora, sta tutto nei social network, dove far passare affetti e news, dove far viaggiare il treno dell’integrazione, dello scambio culturale. Senza i quali non si avrebbe notizia dei dissidenti del mondo, degli eroi iraniani dell’Onda Verde di Teheran, del martirio intellettuale dei blogger cinesi. Spiriti che vorrebbero salire su quelle carrozze, per attraversare steccati, per annusare nuove fragranze, per arrivare lì dove, nel 2010, c’è ancora chi impedisce loro di andare liberamente.

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