Dal Futurista del 07/04/11
Il nostro percorso? "É coerente con le indicazioni del presidente Gianfranco Fini". Chissà cosa penserebbe il maestro della risata Totò se, per un momento, si affacciasse nella sua Napoli. Ma non per ammirare il mare, le onde e qualche banchetto primaverile, bensì per assistere agli atti di una commedia molto divertente, di quelle che strappano risate, e che però fanno in fretta a tramutarsi in lacrime. Non c’è che dire, alle pendici del Vesuvio nasce un nuovo fenomeno cultural-politico, il triplo salto con l’asta in salsa berlusconiana. Qualcuno potrebbe chiedere: ma quale salsa? O, meglio, perchè riferita al premier? Ma perché il cavaliere c’entra sempre, in quanto riceve (ufficialmente o ufficiosamente) i transfughi, pardon, i signorotti locali che decidono legittimamente di cambiare idea e approdi. E che nessuno provi a fare ironia su di loro!
Ognuno, ad esempio, è libero di denunciare la macchina del fango e qualche mese dopo andare in visita a quella fabbrica, o anelarne consensi: di quella macchina e di quel fango. Cosa ci sarà poi di male? Ma il problema non è visita o non visita, piuttosto che in questo paese ci sono troppi individui che fanno allusioni, cattivi pensieri, insinuano, o provocano. Così come fatto con i Responsabili (che qualche insolente sceriffo ha epitetato Disponibili), o con l’on. Siliquini appena nominata nel cda di Poste Italiane. Tutta spazzatura, tutta robaccia, tutti invidiosi di tanto spessore politico.
Così come quella vulgata di nascondersi così goffamente dietro le spalle del presidente Fini (il quale a Napoli c'è stato, di recente, e per appoggiare pubblicamente la candidatura "nuovopolista" di Pasquino). O quella che vorrebbe Rivellini minacciare l’uscita da Fli non per contrasti sulla linea elettorale, ma per sbandierare poi la propria cacciata come un trofeo: “Se questa è la linea del partito - dice - allora devono commissariare Fli Campania e ci devono cacciare. Tutto questo mi ricorda un altro signore che ha fatto la stessa cosa quando ha detto "Che fai, mi cacci?"". Non c’è che dire, anche stavolta le solite malelingue interpreteranno l’avvicinamento al Pdl di Rivellini come un affare di convenienza. Che insolenti. Che strano paese l’Italia: non riesce mai a capire la statura dei propri rappresentanti.
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