domenica 17 aprile 2011

La Minetti e la Farnesina: liaison da poco?

Dal Futurista del 30/03/11

Ma in fondo non è colpa sua, perché dovrebbe fare un passo indietro? E poi, tutto questo accanimento, perché? E nonostante non abbia saltato una sola seduta del Consiglio regionale nel quale è stata eletta grazie al listino bloccato del governatore in quota Comunione e Liberazione: che cattivi, questi commentatori italiani che insinuano. Si sa, tutti comunisti e invidiosi. E’come quando nel campionato di calcio, una squadra neo promossa dalla serie B alla serie A, dopo dieci partite si trova in testa alla classifica con venti rigori regalati: è ovvio che poi punti almeno ad un posto in Europa, almeno nelle intenzioni.

Solo che in questo caso Nicole Minetti, ex igienista dentale del Cavaliere, non aspira alla sesta posizione in graduatoria, per restare al paragone calcistico, che le consenta di partecipare alla Coppa Uefa, ma niente niente, punta dritta al podio: ammettendo candidamente di aspirare a sedere sulla poltrona di Ministro degli Esteri. Dove, per buttare a casaccio qualche nome, sono passati pezzi da novanta come De Gasperi, Martino, Saragat, Moro, Andreotti, Andreatta, Susanna Agnelli, Dini, Fini, D’Alema. Non proprio giovani sprovveduti alla prima esperienza.

Dagli e dagli, quelle squadre che poi non stanno più con i piedi per terra, che sognano la Champion’s League e di misurarsi con il Barcellona, poi spesso si risvegliano a primavera e si ritrovano dritte dritte a retrocedere nuovamente. Perché prima di recitare un ruolo in palcoscenici mostruosi come lo stadio Camp Nou o come il Meazza di Milano, bisogna dimostrare di valer nel proprio campetto di quartiere. Sporcarsi le mani di fango, collezionare lividi sulle cosce, insudiciare di sudore la propria maglietta, camminare diritti e senza curvature o deviazioni robotiche con le proprie gambe, sapere cosa dire e soprattutto quando. Comprendere chi si sta servendo in quel preciso istante. Non un padrone, ma un Paese. Tutto qui.

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