Dal Futurista del 07/04/11
Ma sì, hanno fatto bene ad invitarlo in trasmissione ad Annozero. Perché in fondo dice e ridice, logorroicamente, interrompendo scientificamente l’avversario. Perché lui studia, anche la notte, mentre altri colleghi o colleghe se ne vanno ad Arcore a festeggiare. Lui no, resta nel suo studio a ripete, memorizza, ripassa maniacalmente e quanlunquemente. E poi sfodera tutto il meglio del suo repertorio. Ma tu a quale squadra appartieni? Chiede al conduttore Michele Santoro. E poi si risponde da solo, “alla squadra dei giudici”. Ecco svelata la consistenza antropologica di Giorgio Stracquadanio, il guastatatore che per hobby fa il giullare di corte. Un menestrello arcoriano moderno, presenza fissa in quasi tutti i talk show, per via di un’indubbia fotogenicità aggressiva, del ceppo più raro, e che ragiona per magliette. Se dici quella cosa, allora sei di quella squadra. Se ne pensi un’altra, allora sei dall’altra parte.
Il tutto condito dalla spocchia tipica di chi sa di avere dalla propria parte non un bagaglio culturale che magari indirizzi una strategia politica, ma solo l’ombrello del capo. Che protegge dalla pioggia e ripara dalla brutta stagione. Ma anche per quella copertura è arrivato il tempo del sole cocente, che perfora gli ombrelli più rigidi. E non ci sarà più spazio per ampi vantagli dove ripararsi, adesso il re è nudo e quelli della corte verranno visti per quello che sono. Fabbriche di sonore risate. O, come diceva Totò, di sonore pernacchie. Grazie di cuore Stracquadanio: oggi ha fatto ridere anche noi.
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