venerdì 21 gennaio 2011

Arriva il richiamo della Santa Sede: «Moralità da chi governa»

Da Ffwebmagazine del 20/01/11

Turbamento, preoccupazione, moralità, rispetto. Da Oltretevere era atteso da giorni un cenno, una presa di posizione ufficiale, una reazione, seppur moderata e pesata ma esplicita, sul caos sociomediatico (e politico) scaturito dal caso Ruby. Quel cenno è arrivato. «La Santa Sede segue con attenzione e in particolare con preoccupazione» le vicende della politica italiana dopo gli scandali multipli innescati dalle abitudini del premier. E invita tutti coloro che ricoprono incarichi pubblici ad «avere un impegno più robusto per la moralità, la giustizia e la legalità».
Così il segretario di stato Tarcisio Bertone, a margine dell'inaugurazione di una casa per l’infanzia della Fondazione Ronald McDonald. Eccola la risposta, chiara e senza dubbi o fraintendimenti, anche se in verità l’Osservatore Romano pubblicando la nota del capo dello Stato aveva in qualche modo fatto trapelare già la sua visione dei fatti. Che ora invece è manifesta. Nello specifico il cardinale Bertone ha voluto fare riferimento all’intero contesto sociale e familiare italiano che osserva le cronache di questi giorni, e che si interroga. E richiamando alla «consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana».

Un’uscita, seppur a margine di un altro evento (l’inaugurazione di una residenza per minori a Roma), che rivela il disappunto del Vaticano e che ricalca il turbamento che Giorgio Napolitano aveva espresso solo ventiquattr’ore prima. La chiesa, ha detto il card. Bertone, «spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica di ogni genere, in qualsiasi settore, amministrativo, politico o giudiziario, ad avere e ad assumere l'impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità», dal momento che proprio queste tre virtù rappresentano «i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo».
La Segreteria di Stato, dunque, stigmatizza i comportamenti del Presidente del Consiglio e non poteva essere diversamente. Ma, in precedenza, era stato Avvenire organo della Cei a vergare una dura analisi non solo sulle abitudini che attengono alla libertà personale di Berlusconi, ma sull’immagine compromessa del paese e invitando il premier a chiarire con decisione la sua posizione, stimolando l’apertura di una fase nuova: «Vogliamo cogliere l’occasione per una rigenerazione morale e corale - si legge in un editoriale - per far compiere alla società un soprassalto collettivo di dignità ed aprire una fase nuova». E ancora: «È di questo che abbiamo bisogno tutti noi, in particolare i più giovani, e soprattutto oggi: buoni esempi, dal momento che “i risultati dei cattivi esempi, dei cattivi maestri, della cattiva politica e della cattiva informazione sono sotto gli occhi di tutti».

Ma le dichiarazioni di Bertone si inseriscono in un più ampio ragionamento anche di opportunità politica, dal momento che fino a pochi mesi fa molti commentatori davano per solido il legame tra Berlusconi e le gerarchie vaticane, nonostante gli “incidenti” Noemi e D’Addario. Un rapporto, a questo punto di (s)fiducia, che sembra irrimediabilmente compromesso all’indomani del ben più grave caso Ruby, con le accuse di abuso di potere e di prostituzione minorile. E con sullo sfondo una violenta contrapposizione tra poteri, incrementata dall’ultimo messaggio televisivo del premier.

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